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Mala Tempora

daniele_capezzone_7-9_05_04_34_800x531_jpgSono un cittadino comune, che fa una vita comune, relativamente appassionato di politica, sebbene non sia iscritto ad alcunpartito, attento osservatore di quanto sta accadendo nel nostro paese in questi ultimi periodi. Per questo tutti i giorni mi aggiorno con le notizie, disponibili on line, consultando notizie ed editoriali di quasi tutte le testate giornalistiche. Da “Repubblica” al “Giornale”, dal “Manifesto” alla “Stampa”, dal “Tempo” al “Messaggero” dal “Corriere della Sera” a “Libero” e così via per non dimenticare “L’Unita”, “La Padania” o “Il Sole 24 Ore.

Ogni testata ha un orientamento politico, più o meno accentuato, ma pur sempre un orientamento politico. Il lettore, generalmente, sceglie la testata che più lo aggrada, ritenendola più valida di un altre, influenzato dal fatto che nella sua scelta trova condivise le proprie opinioni.

Mi piace conoscere le opinioni degli altri e possibilmente confrontrarle con le mie. Oggi, la “rete” , offre la possibilità diconoscere molteplici opinioni, che la gente esprime, attraverso i commenti ed i forum di discussione collegati con gli accadimenti di particolare rilievo.Infatti, se avete modo, e tempo di addentrarvi in questi, passatemi il termine, scambi di opinioni, vedrete che non rimarrete stupiti del perché nel nostro paese accadono le cose che stanno accadendo. Purtroppo, leggendo i commenti sulle varie testate, si percepisce compiutamente la tendenza della gente a prendere per oro colato quello che viene loro propinato dalla radio, dalla tv , dai giornali.

Prendiamo i fatti di questi ultimi tempi. I comportamenti privati del Premier, il caso Boffo-Feltri, i rapporti Stato-Chiesa, il caso Bossi-Fini-Feltri e non ultimo la faccenda Porta a Porta-Ballarò.

E’ un continuo stillicidio di azioni pro o contro. Un editorialista attacca, un altro difende e così via. Lo stesso si verifica nei commenti e forum. I sostenitori della sinistra , giù a spada tratta contro le levate di scudi dei sostenitori della derstra. Assistiamo, quindi, ad una sorta di tifo per una parte o per l’altra come fossimo all’interno di uno stadio. Meno male che la supervisione dei moderatori, sebbene più o meno shierati, taglia quello che altrimenti, invece di un dibattito, diventerebbe una rissa mediatica con annessi insulti e sproloqui. Difficilmente si trovano interventi frutto di approfondimenti e verifiche obbiettive. E’ di questi giorni una nota di Alessandra Ghisleri, sondaggista del Premier, in cui afferma che è meno del 4% la percentuale di coloro che cercano di approfondire gli articoli di fondo, che sentono alla radio, alla tv, nelle rassegne stampa.

Quello che personalmente mi sconvolge nei contenuti dei citati accadimenti, è vedere la naturalezza con la quale si calpesta la propria e l’altrui dignità. L’assoluta determinazione ad annullaree gettare alle ortiche ogni princio di intgegrità morale e quantomeno disarmante.

Io, che mi sono sempre battuto per sostenere ì valori dell’integrita morale, della coerenza e della meritocrazia, arrivando a forti contrasti con mio figlio che dubitava dei miei convincimenti, dovrei forse definire fallimentare l’educazione che ho cercato di dargli. No, mai. Tuttavia, come controbatterlo quando mi dice che, pur avendo superato sessantanni, non ho ancora capito come funziona il giro del fumo. “Tutto e Tutti hanno un prezzo”, continua a sostenere. Purtroppo gli attuali avvenimenti e le persone in essi coinvolte sembrano dargli ragione. Personaggi che, per tornaconto, dimenticano di avere un cervello e spudoratamente pensano ed agiscono come altri vogliono, forti dell’esempio che l’attuale governance offre circa le carriere degli “yes men”. L’essere “servo” non è poi così vergognoso se ci sono di mezzo lauti compensi. Nessuno sembra essere indenne da questa concezione culturale sia a livello personale che istituzionale. Persino nel comportamento che la Chiesa ha tenuto sulla faccenda Boffo, talune fonti, vedono una sorta di “do ut des” da far valere quando sarà il momento di affrontare problematiche come “la pillola RU436” piuttosto che “il testamento biologico”.

La cosa mi schifa notevolmente, perché non capisco come nel giro di pochi anni si siano destabilizzati i concettidi moralità con i quali, quelli della mia generazione sonostati cresciuti. Non posso fare a meno di pensare alle volte che ho portato ad esempio, personaggi che si sono sacrificate anche con la vita per difendere ideali di liberta ed espressione. Evidentemente oggi tali atteggiamenti non pagano ed allora, in una Italia dove i miti dominanti, sono le veline, i calciatori, i partecipanti ai reality, è più giusto spendere centinaia di migliaia di euro per i vincitori del Grande Fratello piuttosto che finanziare borse di studio per la ricerca. Già, ma il ritorno economico della ricerca “potrebbe”avvantaggiare tutta la nazione, mentre l’altro, “sicuramente” solo pochi singoli, scusate la differenza.

Perchè stupirci, quindi, della continua fuga di cervelli che, solo a parole, funamboli e politicanti sempre più voltagabbana, fanno credere di voler contenere. I politici, tutti, dicono di agire nell’interesse dei cittadini, ma non si capisce perché il divario fra ricchi e poveri sia aumentato come non mai negli ultimi dieci anni. Molta gente ha perso il lavoro e stenta a sopravvivere. Ma, siamo in regime di recessione. Verissimo, ma perché certi imprenditori di una certa area hanno incrementato notevolmente il loro giro d’affari?

Nonostante questo, continuiamo a stare “l’un contro l’altro armati” destra contro sinistra, fiumi di parole per convincere e convincersi di essere dalla parte giusta. In un contesto del genere perde di validità l’attribuzione di colpe all’operato del Governo, dell’Opposizione, di Berlusconi, di Fini, Di Feltri, di Vespa o quanti altri .

Evidentemente agli Italiani sta bene così e considerato che è il popolo a decidere da chi vuole essere governato, giusto è che ciascun popolo abbia il governante che si merita.

Perchè stupirci, quindi, se la credibilità dell’Italia in campo internazionale è sempre più frequentemente messa in discussione.

Voglio in ogni caso sperare e fermamente credere, che non sarà sempre così. Prima o poi il giocattolo si romperà e finalmente, ci renderemo conto che non è possibile creare un futuro sull’effimero. Allora, forse quei valori che i nostri padri ci hanno insegnato a sostenere torneranno a far da guida alle nuove coscienze. Ma forse e solo un sogno.

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