Acquaborra

Tra le antiche tradizioni del nostro territorio dobbiamo citare anche quella delle ceste fatte con sottili strisce di castagno. Queste erano usate per molteplici usi nell’ambito delle attività rurali ma, in particolare, per la raccolta dei funghi. Purtroppo molti di coloro che sapevano costruire questi cestini, volgarmente chiamati “cistelle”, sono scomparsi e sono rarissimi quelli che ancora sanno farlo. Tuttavia, ho avuto la fortuna di conoscere uno di questi che si è gentilmente prestato per spiegarmi come si fanno ed a mostrarmi le varie fasi della lavorazione.

Principale materia prima è una serie di tronchetti detti “matteri” di circa 5/6 cm. di diametro lunghi poco più di un metro che vengono procurati nel bosco dalle paline di castagno, rigorosamente a luna calante per evitare che tarlino. Questi tronchetti, fatti letteralmente bollire nell’acqua, diventano estremamente flessibili e dotati di tale manleabilita da potervi ricavare con relativa facilità strisce abbastanza sottili. Altre, un pò più spesse, serviranno a formare i manici.

Le strisce vengono intrecciate sapientemente partendo da quello che sarà il fondo del cestello per poi continuare ad intrecciare nuove strisce che formeranno le parti laterali. Il bordo della cesta viene rifinito fissando sia internamente che all’esterno le parti di un giunco sezionato longitudinalmente. Il tocco finale e costituito dal fissaggio del giunco con il resto della cesta attraverso una sottilissima striscia detta “bucciolino” anch’essa ricavata dal mattero. La descrizione di questa attività, ancorchè approfondita nei dettagli, non è sufficientemente esaustiva per documentare la notevole manualità e maestria di questi artigiani, per cui ho cercato di rendere più esplicito il tutto nel video che ho opportunamente predisposto e allegato all’articolo.Buona visione.